domenica 21 giugno 2015

Capitan America - Soldato nella Seconda Guerra Mondiale

Adoro i Supereroi e tutto ciò che concerne il mondo Marvel/DC. Ho addirittura basato la mia tesina di maturità (che dovrò presentare settimana prossima) proprio sui supereroi. Inizio a postare la parte storica basata su Capitan America e la WWII, l'ho scritta con molta passione e interesse, enjoy!


Nel 1939 in Europa scoppia il primo conflitto mondiale e gli eroi in calzamaglia si gettano nella mischia ancor prima che gli Stati Uniti entrino in guerra. I creatori di Superman, Siegel e Shuster, sono convinti che la loro creatura possa fermare la guerra in due pagine: nella rivista “Look”, Superman si limita a prelevare Hitler e Stalin (il suo alleato dell’epoca) e li deposita alla Lega delle Nazioni, una soluzione veloce ed efficace, tipica di un superoe. La vittoria su carta di Superman arriva addirittura sul tavolo di Goebbels, il ministro della propaganda nazista, che definì l’uomo d’acciaio “un ebreo”.

Alcuni supereroi non si limitano a difendere la bandiera, bensì la indossano. Il più anti-nazista di tutti scende sul campo tra le fila della “Timely Comics”: è il Marzo 1941, Capitan America, ideato da Jack Kirby e Joe Simon, è l’eroe che sull’indimenticabile copertina del suo primo numero sferra un poderoso gancio destro a Hitler.

Gli isolazionisti inviarono lettere di insulti ai due fumettisti, ma ai fans il personaggio piace e riscuote un grande successo. Inoltre il messaggio lanciato arrivò dritto al bersaglio, cioè i giovani americani, che videro i propri eroi indirizzare la loro ostilità verso la minaccia del fascismo. Lo staff della Timely Comics, l’odierna Marvel, era composto da ebrei o ragazzi cresciuti in quartieri degradati, pertanto il loro spirito antinazista fu una reazione istintiva alla minaccia di Hitler. Il capitano rappresenta un'America libera e democratica che si oppone ad un'Europa imperialista e bellicosa e venne ideato proprio perché Simon e Kirby erano disgustati dalle azioni della Germania Nazista ritenendo inevitabile il coinvolgimento degli Stati Uniti nel secondo conflitto mondiale.


*Capitan America e il suo famoso schiaffo ad Hitler

Il giovane Steve Rogers, l’uomo che si nasconde dietro alla maschera di Cap., avrebbe dovuto arruolarsi nell’esercito per servire la patria in guerra, ma a causa del suo fisico gracile fu scartato. Gli fu tuttavia concesso di partecipare all’"Operazione Rinascita", volta alla creazione di un esercito di “super soldati” con eccezionali doti fisiche. Attraverso una sorta di preparato chimico realizzato dal Dr. Abraham Erskine, le condizioni fisiche e mentali di Steve Rogers accrebbero notevolmente. La morte repentina del dottore per mano di una spia nazista infiltrata però, fece sì che Steve Rogers restasse l'unica persona ad usufruire dei benefici apportati dal siero del supersoldato, divenendo così l’unico “super soldato” del mondo. La “Leggenda vivente” iniziò così a combattere contro i nazisti indossando un costume a stelle e strisce e utilizzando il famoso scudo indistruttibile donatogli da Roosvelt in persona.

Steve Rogers non fu mai arricchito da straordinari poteri, e questo lo rendeva più reale ed attraente ai lettori: era semplicemente più coraggioso ed intelligente di chiunque altro. L’introduzione dei super eroi nella guerra inoltre portò l’arrivo di cattivi dello stesso calibro. La Marvel trovò la degna nemesi di Capitan America nel “Teschio Rosso”. Questo personaggio, esistente anche oggi, era un industriale americano sedotto dall’ambizione nazista di conquistare il globo. Spinto dalla promessa di un’alta carica nel futuro governo di Hitler, il Teschio Rosso compiva feroci atti terroristici in America e in breve divenne l’icona della crudeltà nazista.

Gli Usa avevano ribadito la linea di non intervento negli affari europei. Nel 1940 però, una volta rieletto Roosevelt, gli USA iniziarono una politica di aperto sostegno economico alla Gran Bretagna, rimasta sola a combattere contro la Germania dopo la sconfitta della Francia. Nel Marzo 1941 fu approvata una legge che consentiva la fornitura di materiale bellico agli stati europei la cui difesa era ritenuta imprescindibile. Questa politica ebbe il suo suggello ufficiale con l’incontro tra Roosevelt e Churchill nell’Agosto 1941 il cui frutto fu la carta atlantica, documento in cui si ribadiva la condanna dei regimi fascisti.


*Il capitano in lotta contro la crudeltà dei nazisti

A trascinare gli Stati Uniti nel conflitto però, fu un evento quasi “profetizzato” dai fumetti del capitano. È noto che nelle pubblicazioni di Simon e Kirby si mescolano azione e profezie politiche: in un numero pubblicato nell’estate del 1941, Capitan America e Bucky, la sua spalla, impediscono ad una imprecisata potenza asiatica di distruggere la flotta del pacifico, questo 7 mesi prima dell’attacco a Pearl Harbor. Quando i Giapponesi colpiscono la base navale nelle Hawaii il 7 Dicembre del ’41 senza aver formalizzato alcuna dichiarazione di guerra, l’ira della "Sentinella della libertà" (appellativo di Steve Rogers) riecheggia in tutta la nazione: il bombardamento durò due ore e procurò ingenti danni alla flotta navale oltre a numerose vittime. Giappone, Italia e Germania dichiarano guerra agli Stati Uniti e gli uomini in calzamaglia rompono gli indugi una volta per tutte partendo per la guerra con grande trasporto. Una settimana dopo l’altra, pubblicazione dopo l’altra, massacrano migliaia di nazisti. La propaganda filo-americana era tale da far pensare che fossero sovvenzionate dal governo, ma in realtà i fumettisti si sentivano in dovere di raccontare queste storie.

I fumetti furono addirittura inseriti nei pacchi inviati ai soldati insieme alla cioccolata e alle sigarette e diventarono le letture preferite dei soldati inviati al fronte. I supereroi lavorano in sintonia con lo sforzo bellico del governo e le vendite passano dai 15 milioni del 41 ai 25 milioni di copie annuali vendute nel 42. Nel mondo cartaceo però la guerra veniva dipinta come qualcosa di divertente. I giapponesi appaiono con denti sporgenti o dotati di zanne, sono dei mostri sadici e malvagi. Nessuno fa cenno al più grande crimine compiuto all’ombra della svastica, l’Olocausto. Forse si pensava che al pubblico non interessasse e che molti non avrebbero capito.


Il coinvolgimento dei supereroi nel conflitto mondiale fu quindi di vitale importanza e influenzò una generazione intera di lettori durante la cosiddetta “Golden Age” del fumetto. Con la fine della guerra però, l’impatto delle avventure di Cap comincia a ridimensionarsi. Non ha più senso un eroe che lotti contro i nazisti, così per qualche episodio viene riciclato come cacciatore di comunisti durante i primi anni della guerra fredda. Purtroppo non ebbe il successo sperato e il Capitano scomparì dalla scena dei fumetti americana, per poi ritornare solo alla fine degli anni ’60 con un ritratto psicologico e con una funzione totalmente diversa dal passato.

I fumetti sono un documento importantissimo per interpretare la storia di una nazione intera, quella americana, alle prese con una guerra epocale che cambiò radicalmente la società. Capitan America è la storia di un soldato determinato che ama la propria patria, è il sogno americano, è rivalsa sociale contro le ingiustizie del regime nazista, è speranza.

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